Malosti sceglie di sottolineare la violenza beffarda della lingua (dialetto siciliano e italiano) e una certa comicità grottesca, perché, dice, “colgo nella pièce un carattere visionario come in Molière, e un andamento da farsa nera. Ciampa è per me un buffone tragico come il Nietzsche di Ecce homo e l’Arnolphe de La scuola delle mogli. Come è noto, Il berretto a sonagli nasce come testo dialettale (‘A birritta ccu ‘i ciancianeddi) per Angelo Musco, attore comico di grande successo. Il testo in dialetto recitato da Musco non fu mai pubblicato da Pirandello. La prima redazione de Il berretto a sonagli, ritrovata nel 1965 e pubblicata solo nel 1988, può oggi diventare un mare linguistico in cui re-immergere il testo italiano. Questa prima versione ha offerto materia a Malosti per un lavoro di riscoperta e rilettura non solo linguistica, ma di ridefinizione di caratteri e ruoli affioranti dal recupero dei tagli capocomicali di Musco, mai ripristinati dall’autore nell’edizione italiana, anzitutto la perdita di una possibile co-protagonista della commedia, accanto a Ciampa, in Beatrice Fiorìca, la moglie tradita. Si tratta di un testo più duro, politicamente scorretto, a tratti ferocemente antimaschilista nelle battute, sia di Beatrice sia dell’equivoco personaggio della Saracena, e che presenta varianti significative che riguardano tutti i ruoli e in particolare una scena totalmente espunta nella versione italiana posta nel manoscritto all’inizio del secondo atto. Lo spettacolo si inserisce fra le rivisitazioni «d’autore» di Malosti: teatro popolare d’arte, come il felice lavoro tratto da La scuola delle mogli di Molière e il recente Molière / Il Misantropo. Roberta Caronia è Beatrice Fiorìca: Malosti torna a dirigerla dopo la premiata Ifigenia in Cardiff di Gary Owen.
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